I 4 tipi fondamentali di tariffe che utilizzano i corrieri

Se la tua azienda utilizza i corrieri, soprattutto i corrieri espressi, ti sarà sicuramente capitato di imbatterti in tariffe e formulari che probabilmente ti saranno sembrati geroglifici.

E considerato che ogni operatore di trasporto utilizza listini propri e che si presentano spesso diversi gli uni dagli altri, è importante capire quali tariffe utilizzano i corrieri in modo da non trovarsi brutte sorprese in fattura.

In realtà, come vedremo tra poco, per quanto diverse possano essere le strutture delle tariffe di ogni singolo corriere, tutte si rifanno a dei modelli di base che si contano sostanzialmente sulle dita di una mano.

Prima di vederli insieme, dobbiamo però fare una precisazione.

Anche se le cose che stiamo per analizzare, pur con delle varianti, sono comuni a tutto il mondo del trasporto di merci per conto terzi, esse sono riferite in particolar modo al settore del trasporto espresso e tradizionale.

Ciò di cui parleremo saranno quindi i listini e le tariffe utilizzate dai corrieri, espressi e non, che offrono servizi nazionali e internazionali, via camion e via aerea.

Fatta questa opportuna puntualizzazione vediamo quali sono le 4 macro tipologie di listini che sono alla base di tutte le proposte tariffarie che puoi trovarti davanti.

Le tipologie di tariffe dei corrieri

Le tipologie di tariffe standard sono:

  1. TARIFFA A PESO
  2. TARIFFA AD UNITÀ DEFINITE (tariffa a collo, tariffa a bancale, etc.)
  3. TARIFFA A VOLUME
  4. TARIFFA PARTICOLARE (tariffa a quantità e tariffa a valore)

Se lavori con i corrieri espressi nel 90% dei casi i tuoi listini apparterranno alle prime due categorie.

Se invece lavori con i corrieri tradizionali è facile che tu abbia a che fare anche con le tariffe a volume.

Le tariffe a quantità e a valore, invece, sono oggi estremamente rare e generalmente adottate solo in presenza di caratteristiche della merce che le rendano utilizzabili (non sempre lo sono). Come tali, quindi, in questa sede ci basta solo accennarle.

Ma vediamo ora di analizzare queste 4 famiglie singolarmente.

La tariffa a peso

Essendo questa la categoria più ampia e anche la più diffusa soprattutto tra i corrieri espressi, la tariffa a peso comprende al suo interno variabili, modalità di calcolo e criteri di tassazione differenti.

La prima cosa da sapere però è che le spedizioni vengono tassate in base al peso, come si intuisce anche dal nome.

Ma a quale peso ci riferiamo? Quello reale o quello volumetrico? Dipende, e qui bisogna stare attenti.

Infatti queste tariffe possono essere:

  • a peso reale, in cui viene tassato il peso effettivo della merce
  • a rapporto peso/volume, e in questo caso si tassa il più alto tra il peso reale e il peso volumetrico.

Ma non solo.

Alcune volte è anche possibile che all’interno della stessa tariffa ci siano aree in cui la tassazione è a peso reale e altre in cui invece viene calcolato il rapporto peso/volume. Addirittura possono coesistere nello stesso listino differenti RPV.

Questo accade principalmente in quei listini che prevedono scaglioni per fasce di peso fino a determinate soglie, oltre le quali poi la tassazione prosegue in funzione dell’unità di misura presa come riferimento (di kg in kg, di Q in Q, etc.).

Le più comuni sono:

  • le tariffe a kg, in cui la tassazione varia di kg in kg
  • le tariffe a quintale, in cui la tassazione varia invece di quintale in quintale al netto di eventuali arrotondamenti.

Ma non è insolito trovare listini con tariffe a fasce di peso in cui, oltre una certa soglia, la tassazione è di 10 kg in 10 kg o altre formule simili.

Ad ogni modo, essendo quella delle tariffe a peso una categoria larga, comprende al suo interno diversi modelli che ogni corriere personalizza e adatta al proprio specifico target di servizio.

Ad esempio, la presenza di scaglioni per fasce di peso è una caratteristica comune ai listini dei corrieri espressi, mentre è meno utilizzata dai corrieri tradizionali (per conoscere la differenza tra le diverse tipologie di corriere, ti consiglio la lettura di questo articolo).

Allo stesso modo, la tariffa a quintale è sicuramente una delle più diffuse tra i corrieri tradizionali ma, dagli espressi, le viene spesso preferita quella a kg.

Come avrai capito, quindi, le tariffe a peso sono in assoluto le più diffuse.

Ed è questo il motivo per cui è importante che tu abbia ben compreso i semplici ma fondamentali concetti che abbiamo visto sin qui.

Tariffa ad unità definite

La tariffa ad unità definite è l’altra grande famiglia di listini più diffusa nel mercato. Ma cosa si intende per unità definite?

Intendiamo colli, bancali, pacchetti, buste e ogni altro tipo di imballaggio del quale sia possibile preventivamente conoscere pesi e dimensioni precise.

È infatti sulla base di queste specifiche, ossia pesi e dimensioni reali, che viene formulato il listino e di conseguenza il prezzo per ogni singola entità.

È evidente che questo particolare tipo di tariffa è utilizzabile laddove sia possibile prevedere che tutte le singole unità avranno indicativamente le stesse caratteristiche di quelle stimate all’origine.

In realtà ci sono anche alcuni vettori che ragionano al contrario dicendoti: se hai dei colli che rientrano in questo range di peso e dimensioni ti fisso un prezzo “x” a collo. Per tutta la merce che fuoriesce da questo range ci sono costi extra o si applica un listino a parte.

In ogni caso, quello che importa, è che di default ai fini della tassazione non hanno alcun rilievo né il peso né il volume della merce.

Infatti ciò che conterà sarà soltanto il numero di unità spedite che, moltiplicato per il prezzo unitario, daranno l’importo complessivo del costo del trasporto.

Anche in questo caso, come visto sopra a proposito delle tariffe a peso, esistono dei listini a “collo secco” nei quali il costo della spedizione è dato appunto dal costo singolo moltiplicato per il numero di colli a prescindere da quanto questo sia elevato, o anche “tariffe a fasce di colli”.

In questo secondo caso, il costo di ogni singolo collo varierà in funzione del numero dei colli (tendenzialmente quante più unità faranno parte della stessa spedizione tanto minore sarà il loro costo individuale).

Ricapitolando, quindi, la tariffa ad unità definita è una tariffa in cui non contano né il peso né il volume della merce spedita perché quantificati a monte prima di definire il prezzo per unità. Di conseguenza non c’è nessun rapporto peso/volume.

Condizione indispensabile, invece, è la stabilità nel tempo delle caratteristiche degli imballaggi o quantomeno la sua prevedibile variazione, ad esempio per stagionalità.

A seconda dei casi, la tariffa ad unità definite potrà assumere la forma di:

  • tariffa a cartone, comunemente detta a collo
  • tariffa a bancale
  • tariffa a busta
  • tariffa a bauletto, imballaggio tipico del settore abbigliamento
  • ed altre svariate vesti legate al tipo di prodotto trattato.

Tariffa a volume

La tariffa a volume è invece un particolare tipo di tariffa diffuso principalmente tra i corrieri tradizionali.

Come suggerisce anche il nome stesso, in questa formula tariffaria quello che conta ai fini della tassazione è il VOLUME.

Quando abbiamo parlato di tariffe a peso abbiamo visto che, a prescindere dalla presenza di scaglioni per fasce di peso, la tassazione avveniva generalmente di kg in kg o di quintale in quintale.

In questo caso, trattandosi di volumi, l’unità di riferimento usata è il metro cubo. Questo significa che la tariffa prevede un costo “X” per ogni metro cubo di merce spedita.

Questo costo, naturalmente, è frutto di un’analisi che tiene conto di diversi aspetti tra cui principalmente il peso medio della merce spedita.

Per intenderci, un metro cubo di piombo non potrà costare come un metro cubo di gomma piuma.

Queste tariffe sono spesso “secche”, come si dice in gergo, senza cioè scaglioni per fasce di volumi.

Tuttavia, soprattutto in presenza di quantitativi considerevoli di merce, non è raro che possa essere prevista una riduzione del prezzo per singolo metro cubo all’aumentare del volume complessivo dell’intera spedizione.

In questo caso si avrebbe una tariffa a volume suddivisa per scaglioni di volumi.

Da quello che abbiamo visto, è facile dedurre come queste tariffe siano calibrate verso l’alto e cioè utilizzate principalmente da quei corrieri e per quei clienti abituati a movimentare significativi quantitativi di merce.

Questo è il motivo per cui è rarissimo trovarle se si lavora con i corrieri espressi.

Tariffe particolari

L’ultima tipologia di tariffa riguarda le cosiddette tariffe particolari, tariffe che escono dalla norma.

Ci sono principalmente due tipologie di tariffe particolari:

  • le tariffe a quantità
  • le tariffe a valore.

Ma cosa sono esattamente e in cosa si differenziano?

Le tariffe a quantità sono particolari listini in virtù dei quali si paga ad esempio un prezzo “Y” per ogni pezzo unitario di prodotto indipendentemente dal peso o numero dei colli che comporranno la spedizione.

Un esempio pratico può essere quello delle tariffe a “paia di scarpe” in virtù del quale l’azienda pagherà al corriere un importo “Y” per ogni paia di scarpe spedite a prescindere dagli imballaggi.

Se quella a quantità è oggi una tariffa poco utilizzata, ancor meno lo è la tariffa a valore.

Con questo particolare sistema di tassazione, il costo del trasporto sarà legato al valore della merce spedita.

Ad esempio, se la tua azienda spedisce merce per un valore dichiarato di 2000€, questo valore verrà moltiplicato per la percentuale concordata con il corriere che supponiamo essere del 4% e tu pagherai quel trasporto 80€.

Questa impostazione tariffaria consente all’azienda cliente di prevedere con una teorica maggiore precisione l’incidenza del costo dei trasporti sulla merce venduta.

L’utilizzo di questa modalità di tassazione è però abbastanza macchinosa e, tra le altre cose, necessità di determinate condizioni minime in assenza delle quali non è possibile neppure pensare a tali soluzioni.

Considerazioni finali

Ok, ci siamo!

La panoramica che ti ho fornito ti avrà sicuramente fatto chiarezza su tutto ciò che ruota attorno alle tariffe dei corrieri.

Questo perché, nonostante abbiamo analizzato solo gli aspetti essenziali, sono abbastanza sicuro che alcune delle cose viste insieme non le conoscevi troppo bene o magari ne avevi solo sentito parlare.

E lo sono perché spesso neanche gli addetti ai lavori sono perfettamente al corrente di tutte le modalità operative possibili, abituati come sono a maneggiare solo i 2/3 tipi di tariffe che vanno per la maggiore.

Quindi, pur non avendo scoperto l’acqua calda né avendo inventato nulla, ti dico che le cose che ho cercato di illustrati, così come le ho strutturate, suddivise e ricondotte a sistema, difficilmente le troverai altrove.

Del resto lo avrai capito, tutto il materiale presente su questo blog ha proprio lo scopo di farti capire come funzionano davvero le cose quando si lavora con i corrieri, per permetterti di scegliere in modo più consapevole ed evitare di farti fregare.

Conoscere la categoria, la struttura e il funzionamento della tua tariffa è infatti il primo passo per accorgerti se quello che trovi in fattura a fine mese è giusto oppure no.

Ma è inutile negarlo: riuscire ad avere pieno controllo sui propri costi di trasporto è per le nostre PMI un compito davvero difficile.

Servono infatti TEMPO, COMPETENZE e STRUMENTI IDONEI che invece all’interno delle aziende spesso mancano.

E a questo si può sopperire solo adottando un metodo di lavoro ben preciso, che abbiamo testato in oltre 20 anni di attività sul campo, e strumenti professionali che rendano agevole e veloce il monitoraggio dei propri costi.

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Enrico Maria Troiano

Autore verificato
31 Gen

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